Repubblica Digitale, raggiunti i 50 aderenti: un primo bilancio
di Maria Claudia Bodino, Nello Iacono, Erika Miglietta, Guido Scorza
Dopo aver raggiunto le prime 50 adesioni, è giunto il momento di tracciare un primo bilancio per Repubblica Digitale, l’iniziativa che il Team per la trasformazione digitale ha lanciato a maggio 2019 a ForumPA per affiancare il processo di trasformazione digitale con un progetto dedicato all‘inclusione digitale e contro il digital divide oggi inclusa nel documento strategico “Italia 2025” del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.
Come abbiamo raccontato in un post sul blog del Team Digitale, il primo passo di Repubblica Digitale è stata la pubblicazione di un Manifesto basato su tre principi fondamentali, che abbiamo posto alla base di una call to action rivolta a tutte le organizzazioni pubbliche e private del Paese, per avviare un percorso condiviso di trasformazione culturale e digitale del Paese.
La nostra chiamata all’azione ha l’obiettivo di mettere in rete attività in carico a associazioni della società civile, sistema educativo, soggetti pubblici e imprese, per creare un’azione congiunta più efficace contro il digital divide.
I numeri delle adesioni
Le richieste di adesione che ci sono arrivate fino ad oggi superano di poco il centinaio. Tra queste:
- la metà sono state accettate, avendo superato completamente il processo di valutazione;
- circa il 10 per cento non sono state ritenute coerenti con lo scopo del progetto;
- per altre sono in corso approfondimenti con i soggetti che hanno avanzato la proposta.
Abbiamo classificato le iniziative in base alla tipologia di organizzazione proponente, al destinatario, all’attività prevista, alla scala geografica di attuazione. Questa classificazione si basa sulle indicazioni delle linee strategiche e operative per la formazione e l’inclusione digitale, pubblicate dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) nel 2014.
Chi ha aderito finora
Guardando alle iniziative che abbiamo accettato finora, riscontriamo una distribuzione equilibrata tra le tre categorie considerate (organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore), con una leggera prevalenza delle organizzazioni private.
Guardando più in dettaglio, possiamo notare che:
- nessuna Pubblica Amministrazione centrale ha proposto iniziative;
- poche Pubbliche Amministrazioni locali hanno risposto alla call to action;
- diverse società in-house hanno aderito al progetto (sei iniziative approvate finora);
- solo in rari casi hanno aderito dei soggetti appartenenti al sistema educativo e alle grandi imprese;
- le Piccole e medie imprese si sono contraddistinte, proponendo il maggior numero di iniziative (undici iniziative approvate finora).
I destinatari delle iniziative
Per quanto riguarda i dati relativi ai destinatari delle iniziative, notiamo una significativa presenza di iniziative rivolte contemporaneamente a più di una delle categorie (cittadini, Pubbliche Amministrazioni e imprese). La categoria a cui si rivolge la maggior parte delle iniziative approvate finora è quella dei cittadini, con iniziative che si rivolgono in particolare agli studenti delle scuole superiori (21), mentre ancora poco numerose sono quelle destinate alle tipologie svantaggiate e agli adulti over 65. Pur con un numero ancora basso, le iniziative rivolte al mondo privato e al mondo pubblico sono ben distribuite tra dipendenti, manager, dirigenti e imprenditori (nel caso del sistema privato).
Quali iniziative sono state presentate
Guardando ai dati relativi alla tipologia di attività proposte, notiamo molte iniziative che coprono contemporaneamente diverse categorie di attività e diverse tipologie di competenza digitale, essenzialmente riferibili al contrasto al digital divide e alle competenze per il lavoro: competenze di base per la cittadinanza digitale, competenze specialistiche ICT, competenze per il settore privato e competenze per la Pubblica Amministrazione.
In particolare molte attività riguardano le competenze digitali di base (61), anche se 12 di queste includono attività di facilitazione digitale, con sportelli o punti fisici di supporto ai cittadini per l’utilizzo dei servizi digitali, spesso associati ad attività formative strutturate.
Invece resta ancora molto bassa la presenza di attività indirizzate allo sviluppo di competenze per l’e-leadership nell’ambito delle iniziative rivolte sia al mondo del privato che a quello pubblico.
Quale localizzazione
Analizzando infine i dati relativi alla distribuzione geografica (nazionale, regionale, locale) notiamo che la maggior parte delle iniziative garantisce una copertura nazionale, anche grazie all’utilizzo di piattaforme online (ad esempio per l’e-learning). Molte iniziative si sviluppano localmente perché avviate da parte di amministrazioni comunali o di organizzazioni non governative che operano a livello cittadino.
I prossimi passi
Come abbiamo scritto nell’azione 20 del piano “Italia 2025”, il documento di strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese, l’obiettivo di Repubblica Digitale è combattere il digital divide e diffondere la cultura digitale dando vita “a un’alleanza quanto più ampia possibile tra enti e organizzazioni pubbliche e private e cittadini, basata esclusivamente sul comune riconoscimento di taluni principi ed esigenze, e sulla comune volontà di affrontare con determinazione e spirito etico un problema comune”.
In questo quadro Repubblica Digitale sta “crescendo” come l’iniziativa nazionale strategica per le competenze digitali, articolandosi su più aree di intervento, che descrivono anche le attività che ci impegneranno nei prossimi mesi:
- Supporto, rafforzamento e valorizzazione delle iniziative multi stakeholder per le competenze digitali, ovvero mettere in rete gli aderenti al progetto, facendo di Repubblica Digitale una community di co-progettazione.
- Avvio di iniziative promosse direttamente dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, in sinergia con altri ministri o con la collaborazione dei soggetti aderenti a Repubblica Digitale, per incidere in modo specifico su alcuni temi o alcune fasce di popolazione su cui si vuole accelerare il cambiamento.
- Avvio di iniziative di comunicazione, divulgazione e diffusione della cultura digitale.
Sappiamo che il digital divide rappresenta una vera e propria emergenza. Il rischio che si corre è che “la trasformazione digitale del Paese finisca per favorire solo i cittadini digitalmente più educati e consapevoli e per svantaggiare gli altri” che sono tanti, milioni di cittadini che possono essere esclusi dall’esercizio dei diritti di cittadinanza, sempre più vincolati all’uso consapevole del digitale e della rete. Il nostro obiettivo è affrontare con successo questa emergenza e riusciremo a farlo solo se potremo contare sul contributo di tutti, costruendo la più grande operazione di formazione digitale collettiva del Paese.
Collegamenti utili
Fotografia di Markus Spiske su Unsplash