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Intervista del Sottosegretario Butti al "Corriere della Sera - LogIn"

Butti: «Presto decisioni importanti per la strategia italiana sull’intelligenza artificiale, coinvolti i migliori esperti»

Data 03 ottobre 2023
Fonte

Corriere della Sera - Login

Argomenti Banda Ultra LargaIntelligenza artificialeApp IO

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione è ispiratore di ComoLake2023, in programma a Cernobbio dal 5 al 7 ottobre. Presenti numerosi ministri e top manager delle principali società italiane.

«L’esigenza di coprire un vuoto di confronto tra istituzioni, imprese e università sui grandi temi dell’economia digitale attraverso le più importanti aree applicative: dalla rete all’intelligenza artificiale, dall’energia alla mobilità futura, infine alle pubbliche amministrazioni», così Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri per l’Innovazione, spiega come nasce ComoLake2023, definita subito la Cernobbio del digitale, in programma il 5, 6 e 7 ottobre con un parterre di ospiti di grande rilievo «per confrontarsi – sottolinea Butti - sulle policy del settore, sui mercati e sulle regole europee, e complessivamente sulla geopolitica dell’economia digitale. Oltre a un saluto della premier, Giorgia Meloni, è prevista la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Andrea Abodi (Sport e giovani), Orazio Schillaci (Salute), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica), Francesco Lollobrigida (Agricoltura e sovranità alimentare), Anna Maria Bernini (Università e ricerca), Adolfo Urso (Imprese e made in Italy), Nello Musumeci (Protezione civile e Politiche del mare), Giuseppe Valditara (Istruzione e merito). A Cernobbio arriveranno anche i ceo e manager delle principali aziende italiane e del mondo tech.

Senatore Butti, questo appuntamento arriva a un anno di distanza da quando ha preso in mano il futuro dell’Italia digitale nel ruolo di sottosegretario con delega all’Innovazione. Facciamo un bilancio: qual è stata finora la soddisfazione maggiore?

«Stiamo lavorando per costruire non uno ma più successi. È una strada complessa, anche se abbiamo punte di eccellenza in molte procedure della Pa centrale che molti Paesi europei ci invidiano: dai sistemi di pagamento da parte dei cittadini verso le amministrazioni al complesso percorso dell’identità digitale, che vede l’Italia molto più avanti rispetto al resto dell’Ue. Sempre parlando di identità digitale, vorrei anche aggiungere che, in ambito di Wallet, riusciremo a fare quanto promesso a livello europeo con netto anticipo rispetto a moltissimi altri paesi».

Quali ostacoli ha trovato?

«Forse l’ostacolo più rilevante è rappresentato dai ritardi nella realizzazione della rete. Ci sono gravi ritardi nelle Aree bianche, ereditati dai precedenti governi, e nelle Aree grigie le società vincitrici dei bandi hanno mancato le milestone di fine 2022 assieme a quelle di fine giugno scorso. È un problema che va risolto. Mi auguro che quanto sta avvenendo in ambito di futuro assetto della rete, unitamente al cambio di guida di Open Fiber, contribuisca a dare quell’accelerazione che tutti ci aspettiamo e per la quale stiamo lavorando».

Non a caso è anche il primo dei temi principali della prima edizione di questa Cernobbio digitale. A luglio è stata presentata la proposta di Revisione della Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga: 25 iniziative complessive e investimenti per circa 2,8 miliardi di euro grazie al Pnrr. Connettività e cablaggio del Paese sono una sua priorità. A che punto siamo adesso?

«Questo è un passaggio importante. La nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultra-Larga si fonda su quattro macro obiettivi. Il primo è la copertura del Paese con rete fissa a velocità pari o superiore a 1 Giga/S. Il secondo è la copertura 5G con rete stand alone, ovvero il vero 5G. Il terzo è un take-up di almeno il 50% da parte degli utenti. Infine un supporto alla creazione di una rete di Edge Computing che assicura un risparmio di almeno il 60% dei costi operativi degli operatori, come indica l’ITU di Ginevra. Poi vi sono tutte le misure che accompagnano questi macro obiettivi. E sono misure relative a startup, ricerca, sanità digitale, trasferimento tecnologico, nuove regole per la cosiddetta permessistica, il Catasto elettromagnetico, fino alla realizzazione di reti pubbliche di 5G per la copertura in mobilità autostradale e ferroviaria. Ho ottenuto l’unanimità del CITD (comitato interministeriale Transizione Digitale) e sono grato al presidente Meloni per avermi chiamato ad illustrare la nuova strategia in Consiglio dei Ministri. Si tratta di un’azione da 2,8 miliardi di euro».

Si parlerà anche di energia e sostenibilità. Il digitale è amico dell’ambiente?

«Sì e le dico perché. L’Unione internazionale delle telecomunicazioni sostiene che si possono ridurre le emissioni globali fino al 15%. Le odierne tecnologie mobili consentono una riduzione delle emissioni di carbonio pari al 4% delle emissioni globali. Naturalmente quando parliamo di infrastrutture, le reti di tlc sono solo una parte. Oggi le reti energetiche, che sono divoratrici di energia, sono tutte o quasi digitalizzate, con risparmi inimmaginabili sino a poco tempo fa. E va detto che quanto a digitalizzazione delle reti infrastrutturali, l’Italia è un paese molto avanzato, come ci è riconosciuto a livello internazionale. Il digitale ottimizza i consumi anche nelle nostre case. Pensi ai sensori che accendono la luce al passaggio di qualcuno, quello è digitale. Semplice ma è digitale e ci fa capire molte cose. Ora immagini lo stesso fenomeno applicato, come avviene in molte città, alle illuminazioni stradali che consumano una quantità vertiginosa di energia. Il digitale e l’energia si sposano bene e insieme ci offrono le più affascinanti soluzioni per il presente e il futuro delle città, che diventano città intelligenti perché sanno ottimizzare le proprie risorse energetiche. Si tratta di obiettivi importanti, ma anche condivisi con il resto d’Europa con gli obiettivi del “Decennio digitale 2030” europeo».

Intelligenza artificiale: si parla molto di etica (giustamente) mentre all’estero investono in startup e progetti. Non rischiamo di restare indietro anche su questo, mentre ci preoccupiamo soprattutto di regolamentare tutto?

«L’Italia è già indietro. Si tratta semmai di recuperare. Dovremo correre e farlo con le decisioni giuste. Innanzitutto, adottando soluzioni di intelligenza artificiale nelle nostre pubbliche amministrazioni e nelle nostre aziende. Ma dobbiamo evitare di essere dei soli adottatori di IA, ovvero clienti di prodotti altrui. Dobbiamo innescare un sistema di attenzione e di attrazione nazionale sull’intelligenza artificiale, sostenendo le imprese italiane di settore e facendo in modo che esse collaborino con le nostre università che si occupano di IA. A breve prenderemo decisioni importanti in merito alla strategia italiana sull’IA, assegnando ruoli istituzionali di indirizzo e vigilanza e con il supporto di uno Steering Committee di alto profilo con il meglio degli esperti italiani del settore. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è molto attenta in materia».

Quali sono i principali passi avanti nella digitalizzazione della Pa fatti finora?

«Siamo nella fase operativa del nuovo Fascicolo sanitario elettronico, che sarà usabile senza più confini regionali, quindi indipendentemente dalla residenza dei cittadini. Medici e operatori potranno consultare in modo rapido le informazioni cliniche dei pazienti. È un grande passo avanti per il diritto alla salute e l’accesso equo ai servizi sanitari. Stiamo lavorando per consentire ai cittadini di scaricare la tessera elettorale dal sito dell’Anagrafe unica. È stato avviato poco tempo fa il servizio Send, che consente a tutti i cittadini che lo vorranno di ricevere in digitale le notifiche inviate da Comuni ed enti centrali. Mentre PagoPA è ormai una certezza per i cittadini, perché offre un'esperienza di pagamento affidabile, efficiente e personalizzata verso la Pubblica Amministrazione. Così PagoPA consente alle Pa di gestire gli incassi in modo centralizzato ed efficiente. Infine IO, l’app dei servizi pubblici, ha totalizzato 35,5 milioni di download e tra le recenti novità introdotte, inizialmente per alcuni Comuni, c’è l’invio ai cittadini di quando scadrà la carta d’identità. Mentre i cittadini della Provincia autonoma di Trento potranno sperimentare per prima in Italia alcuni casi d’uso del portafoglio digitale europeo proprio su IO».

E proprio sul fronte dell’identità digitale europea, ci sono stati progressi?

«Innanzitutto, vorrei precisare che non abbiamo spento Spid e abbiamo prolungato la convenzione con i fornitori privati di identità digitale. Stiamo lavorando per avviare la sperimentazione entro l’anno del Wallet italiano, prima dell’avvento di quello europeo. Sarà un portafoglio digitale in cui inserire, inizialmente, tessera sanitaria, patente di guida e Carta europea della disabilità, ma anche servizi di privati (abbonamento ai mezzi pubblici o l’attestato di rischio assicurativo, per esempio). Ovviamente, consentirà anche di dimostrare l’identità online. L’IT Wallet sarà nell’app IO. E funzionerà anche offline».

Mobilità e trasporti: secondo un rapporto di Boston Consulting, in collaborazione con WEF, le auto con funzionalità abilitate con i software creeranno un valore di oltre 650 miliardi di dollari entro il 2030 per l’industria automobilistica. L’Italia come si sta organizzando?

«Le auto oltre ad essere vettori di trasporto sono ormai potenti computer che trasmettono e raccolgono dati. La mobilità sarà un motore strategico dello sviluppo digitale, anche in chiave di sostenibilità ambientale. Abbiamo il piede sull’acceleratore. Proprio alcuni giorni fa, abbiamo pubblicato la graduatoria definitiva per il progetto MaaS (Mobility as a Service) “MaaS4Italy - 7 Territori”, promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono state selezionate sei Regioni e una Provincia autonoma. Ma perché tutto ciò avvenga al meglio è necessario avere una rete di tlc efficiente. È quella la madre di tutte le battaglie. Anche per la mobilità».

Pnrr e prossimi investimenti sul digitale?

«Abbiamo accelerato con l’avanzamento dei progetti finanziati con i fondi Pnrr in ambito digitalizzazione e innovazione. Ora siamo in una fase di attuazione e raggiungimento degli obiettivi e delle milestone prefissate. Abbiamo centrato quelle intermedie del 2023 e per fine anno riusciremo finalizzare tutte quelle previste. Ce ne sono alcune, come quella che prevede di portare la banda ultra larga nelle isole minori, che sono particolarmente importanti. Anche in altri ambiti, come quello dell’interoperabilità, stiamo lavorando per raggiungere risultati ambiziosi. Vogliamo far sì che tutti gli Enti introducano l’interoperabilità nei loro processi e nelle procedure amministrative per una piena attuazione del principio dell’once only, come ad esempio avverrà tra le Università e la nuova Anagrafe nazionale dell'istruzione superiore (Anis) che si scambieranno i dati sulle iscrizioni e sui titoli degli studenti tramite Pdnd. In breve, il corretto uso dei fondi Pnrr ci sta consentendo di fare decisi passi avanti in ogni progetto legato alla digitalizzazione del Paese».