Intervista del Sottosegretario Butti a QN sulla transizione digitale nelle amministrazioni pubbliche

I cittadini devono trovare tutto in Rete, scambi di dati tra amministrazioni con la piattaforma digitale nazionale

Data 10 luglio 2023
Fonte

Il Giorno

Senatore Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'innovazione tecnologica e all'attuazione dell'agenda digitale italiana ed europea, la recente introduzione dell'indice nazionale dei domicili digitali può essere il pretesto per una riflessione sullo stato di attuazione della transizione digitale nelle amministrazioni pubbliche: a che punto siamo?

«Grazie al domicilio digitale, riduciamo i costi e semplifichiamo le procedure, permettendo a cittadini e imprese di usufruire di un canale immediato la pec per ricevere le comunicazioni con valore legale. Stiamo lavorando intensamente per semplificare il rapporto tra cittadini e pubbliche amministrazioni. In questo il digitale ci fornisce un'enorme opportunità. Con la Piattaforma digitale nazionale dati (una piattaforma informatica unica per la condivisione delle informazioni da parte delle pa, ndr), per esempio, rendiamo interoperabili le informazioni tra le amministrazioni».

Cosa significa, in pratica?

«Che i cittadini non devono più fornire tante volte le stesse informazioni o inviare gli stessi certificati cartacei, perché l'amministrazione ne e gia in possesso. Se standardizziamo i processi, atti come l'iscrizione all'università diventano immediati per tutti i cittadini».

Che ruolo avranno le risorse del Pnrr?

«La transizione digitale è uno dei pilastri del Pnrr: un'occasione che, come Paese, non possiamo permetterci di sprecare. Al Comitato interministeriale per la transizione digitale, tenutosi giovedì, abbiamo proposto una revisione della strategia nazionale per la cosiddetta 'banda ultra larga', poiché senza la connettività non andiamo da nessuna parte. Occorre cablare il Paese con urgenza e ridurre il divario digitale».

Già, il 'digital divide': da sempre un tasto dolente per il nostro Paese.

«Stiamo lavorando alla modernizzazione dei servizi delle pa e alla sanità digitale. In collaborazione con il ministero della Salute stiamo implementando, infatti, il fascicolo sanitario elettronico. I comuni, dal canto loro, rispondono attivamente ai nostri bandi, a riprova del grande interesse, da parte dei territori, a digitalizzarsi. Una delle grandi sfide, ora, è l'interoperabilità tra le banche dati delle pubbliche amministrazioni: raggiungere quest'obiettivo vuol dire migliorare davvero la qualità dei servizi al cittadino».

C'è ancora tanto da fare anche per l'alfabetizzazione digitale, a beneficio di quelle fasce di popolazione più in difficoltà nell'usufruire di tali servizi.

«Le persone sono fondamentali e non possiamo lasciare indietro nessuno. Non riusciremo a realizzare nessuna transizione digitale se non coinvolgiamo tutti. Potenziare le competenze e, al tempo stesso, accompagnare coloro che si trovano in divario è un passaggio cruciale. Grazie ai fondi Pnrr abbiamo previsto 135 milioni di euro per realizzare 3mila presidi, denominati 'Digitale facile', in tutto il territorio nazionale. L'obiettivo è accrescere le competenze e l'inclusione digitale di oltre 2 milioni di cittadini entro il 2026. Ma la partita più importante la giocheremo sul terreno delle procedure».

Che intende dire?

«La nostra priorità non è indirizzare i cittadini alla rete, ma fare in modo che, andando in rete, trovino tutti i servizi. E per questo occorre intervenire profondamente sulle procedure amministrative degli enti locali. Non ci potrà essere alcuna digitalizzazione se non renderemo 'nativamente digitali' le procedure dei nostri comuni».