Intervista del Sottosegretario Butti a "Il Tempo"
Il Tempo
L'innovazione resta al centro di partite strategiche determinanti che vedono coinvolto lo sviluppo generale del nostro sistema socioeconomico, ma anche questioni che toccano interessi molto distanti tra loro, dagli impatti di nuove tecnologie come il 5G alla gestione dei «dati». Un aspetto, quest'ultimo, che impatta a livello sociale in termini di efficientamento di processi gestionali, arriva a toccare l'ambito del «cloud» e risvolti delicati come quello della protezione della tutela di dati sensibili.
Molti di questi aspetti sono stati al centro di una recente iniziativa, «ComoLake», tutta incentrata sul digitale e sui molteplici fronti su cui impatteranno le politiche innovative, dai grandi attori economici sino alla quotidianità di tutti i cittadini. Di questi temi, degli scenari futuri e dell'impegno in favore di politiche innovative di ampio respiro ha parlato, in un colloquio con Il Tempo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l'Innovazione, Alessio Butti.
Sottosegretario Butti, partiamo dalla recente iniziativa «ComoLake»: che partecipazione ha visto e quali analisi interessanti sono emerse?
«Innanzitutto l'alto livello di partecipazione. ComoLake ha avuto in avvio dei lavori il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha lanciato messaggi importanti su come l'Italia possa e debba giocare la partita del digitale, dichiarando l'impegno palese del governo. Con lei sono intervenuti 9 ministri italiani e tre ministri di governi europei assieme a commissari Ue, le più importanti imprese italiane e le grandi aziende globali, i consorzi interuniversitari con i loro 130 atenei, infine un pubblico straordinario ed una cornice magnifica come quella del lago di Como. Ma il dato più rilevante è quel che si è detto. Si è parlato di futuro, di scelte, di strategie, di come rilanciare l'economia italiana attraverso la trasformazione digitale e di come sostenere una nuova crescita economica».
Dunque in termini di risorse che impegno prevede si potrà destinare allo sviluppo dell'innovazione, anche attraverso il sostegno a livello comunitario e, nello specifico, del Pnrr?
«Come è noto abbiamo quasi 50 miliardi destinati all'innovazione. E un'occasione unica. Quando si hanno risorse pubbliche vi è l'obbligo di spenderle, spenderle bene e spenderle tutti. Purtroppo alcuni progetti devono ancora essere assegnati, altri, come nel caso degli investimenti sulla rete di telecomunicazioni, registrano notevoli ritardi, che potrebbero compromettere il completamento delle azioni avviate. Ora è importante concentrarsi sugli obiettivi e sulle scadenze relative ai controlli periodici. Possiamo e dobbiamo recuperare alcuni ritardi».
Rispetto alle prospettive tratteggiate, quale lo stato dell'arte attuale del dossier 5G? Quali gli obiettivi strategici sui cui è concentrata la sua azione e del governo?
«Buona parte del Dossier 5G è compresa nella nuova Strategia italiana per la Banda Ultra Larga 2023-2026, approvata dal governo due mesi e che è fondata su quattro obiettivi. Il primo è la copertura del Paese con fibra ottica e Fwa. Il secondo è la copertura dell'Italia in 5G. Il terzo è una penetrazione tra gli utenti di rete fissa di almeno il 50%. Infine, vi è il supporto del governo alla creazione di una rete Edge Computing per garantire una migliore qualità dei servizi e grande risparmio a favore degli operatori».
Che quadro può offrirci sull'evoluzione del cloud italiano e sulle dotazioni per la cybersicurezza?
«Quanto al Cloud, è ampiamente avviata l'infrastruttura del Polo Strategico Nazionale, verso cui stanno migrando moltissime delle amministrazioni pubbliche. E tutto ciò avviene in linea con gli standard fissati dall'Autorità per la Cybersicurezza Nazionale che sono finalizzati alla protezione dei dati strategici come quelli sanitari, finanziari e di relativi alla difesa del Paese».