Intervista al Sottosegretario Alessio Butti a "Il Mattino"

Butti: "Una gigafactory nel Mezzogiorno per creare il distretto europeo dell'Ia"

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al digitale Alessio Butti illustra gli sviluppi della politica sulla digitalizzazione che l'Italia sta perseguendo anche in sede UE

Data 06 dicembre 2025
Fonte

Il Mattino

Argomenti Intelligenza artificialeAttività internazionali

L'intelligenza artificiale europea trova casa nel Sud. Potrebbe nascere qui una delle cinque gigafactory targate Ue, super centri di computazione per addestrare e far "ragionare" gli algoritmi intelligenti. Insomma, il vero grande motore dell'economia nei prossimi anni. Alessio Butti, sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all'innovazione tecnologica, nell'intervista a Il Mattino non solo anticipa i punti principali del progetto (che sarà localizzato probabilmente in Puglia), ma spiega anche perché il Sud ha tutte le carte in regola per diventare un "hub tecnologico", con la Campania pronta a trasformarsi in un vero e proprio "crocevia dell'innovazione" grazie alle infrastrutture già messe in campo.

"L'Europa ha deciso di investire fino a 20 miliardi di euro per creare fino a cinque AI Gigafactories - ricorda Butti - L'Italia è in corsa con una proposta nazionale, costruita attorno a un consorzio di grandi imprese, ma siano ancora nella fase di valutazione, quindi nessun Paese può 'prenotare' l'ubicazione di una gigafactory. Tuttavia, la proposta italiana nasce già pensata come infrastruttura distribuita fra Nord e Sud. Questo significa che un pezzo della gigafactory al Sud non è uno slogan, ma un'opzione concreta sul tavolo europeo. Inoltre, la strategia italiana è avere una rete di centri di calcolo e 'antenne' sul territorio, non un'unica 'cattedrale nel deserto'. In questa rete il Mezzogiorno dovrà avere un ruolo strutturale, non marginale".

Quali possono essere le ricadute sul territorio?

"Partiamo dal fatto che una gigafactory non è un semplice data center: è un'infrastruttura che muove investimenti miliardari in hardware, reti, energia, raffreddamento e sicurezza. Le ricadute sono innanzitutto occupazionali, con posti di lavoro altamente qualificati e un indotto che coinvolge costruzioni, energia e servizi avanzati, ma soprattutto la nascita di un ecosistema dell'innovazione che mette in rete università, centri di ricerca, startup e Pmi, trasformando il territorio in un distretto digitale attrattivo a livello internazionale. Oggi si parla quasi esclusivamente di la, ma noi siamo concentrati anche su altre tecnologie che avranno un impatto enorme, come il quantum computing, per il quale abbiamo già varato una Strategia nazionale".

Quali sono gli altri progetti che riguardano il Mezzogiorno?

"La partita non si gioca solo sulla gigafactory. Il Mezzogiorno ha già risposto in modo importante a tutti i progetti di digitalizzazione sostenuti dai fondi del Pnrr. Con i programmi "Scuola connessa" e "Sanità connessa" stiamo portando connettività ultraveloce a migliaia di ospedali e scuole del Sud. Basti pensare che la prima struttura sanitaria connessa ad alta velocità è stata proprio il Policlinico di Bari, poco più di due anni fa. In parallelo, i nuovi cavi sottomarini come BlueMed raggiungono il Sicily Hub, con un ruolo fondamentale di Sparkle, e rafforzano il ruolo del Sud coane snodo digitale fra Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Asia. E non dimentichiamo che gli accordi su elettrodotti e gasdotti, che coinvolgono Puglia, Sicilia e altre regioni meridionali, sono parte integrante della strategia che punta a fare dell'Italia un hub energetico del Mediterraneo".

Quale può essere il ruolo del Sud nelle strategie del governo sul fronte della transizione digitale e dell'Ia?

"Il Sud non è la periferia della transizione digitale, ma una delle sue frontiere strategiche. II Mezzogiorno è innanzitutto la grande porta d'ingresso di dati ed energia di cui abbiamo appena parlato. Il Sud è anche una piattaforma di talenti: università, Its e centri di ricerca stanno crescendo su intelligenza artificiale, cybersicurezza, spazio e aerospazio. Una politica intelligente di incentivi, accesso al calcolo e collegamento con le filiere produttive può trasformare questa base di competenze in imprese innovative che rimangono sul territorio, anziché cercare opportunità altrove. Inoltre, se l'Ia si sviluppasse solo dove è già fortissimo il tessuto produttivo, rischieremmo di allargare i divari. Il nostro obiettivo è l'opposto: usare digitale, Ia e nuove tecnologie come leve per ridurli".

E quali possono essere le opportunità della Campania, considerando la presenza di poli di eccellenza?

"La Campania ha tutti gli ingredienti per essere uno snodo importante di questo disegno nazionale. Basti pensare che a Napoli è stato inaugurato 'Megaride', un supercalcolatore nato soprattutto per la cybersicurezza - con il supporto di Acn - che rappresenta anche un'infrastruttura di ricerca e innovazione a disposizione del mondo accademico e industriale. A questo si aggiunge un cluster aerospaziale tra i più dinamici del Paese: il Distretto aerospaziale della Campania e le nuove officine dedicate alla digitalizzazione del settore stanno utilizzando la, realtà virtuale e simulazione avanzata per supportare Pmi e grandi aziende. Se mettiamo in fila supercalcolo, formazione di eccellenza, aerospazio e una forte domanda di servizi pubblici digitali, la Campania può candidarsi a essere non solo utilizzatrice, ma produttrice di soluzioni tecnologiche importanti".