Intervista al Senatore Alessio Butti a "Il Riformista"
Butti ( Dtd ) : «Semplificazione e investimenti Italia nuovo hub dell'innovazione digitale»
Il sottosegretario all'Innovazione del Dipartimento per la Trasformazione Digitale traccia le linee guida del Governo sull'Intelligenza Artificiale.
Il Riformista
Per innovare servono soldi. E l'Italia deve aumentare il suo appeal per attrarre capitali. La strategia che si sta percorrendo, secondo Alessio Butti, sottosegretario all'Innovazione, è quella giusta, ne sono una prova gli investimenti di Microsoft (4 miliardi) e Amazon Web Services (1, 2 miliardi), annunciati alla fine dello scorso anno. Ma la strada è ancora lunga e passa anche attraverso la regolamentazione dell'intelligenza artificiale, la gestione della crisi delle tlc, la connettività e lo sviluppo delle nuove competenze. Obiettivo: «Trasformare l'Italia in un hub strategico per l'innovazione digitale e l'IA, attraendo sempre più aziende e talenti».
Nelle ultime settimane, il settore delle telecomunicazioni è stato al centro di grandi trasformazioni che avranno senza dubbio impatti rilevanti su un comparto che sta cercando di innovarsi per uscire da una crisi economica e occupazionale che dura ormai da molti anni. In questo rinnovato contesto, ritiene che il Governo dovrebbe mettere in campo dei provvedimenti ad hoc per accompagnare in modo sistemico queste trasformazioni e sostenere il rilancio di questo comparto?
«Le reti digitali sono la spina dorsale dello sviluppo economico e dell'innovazione. Su questo penso che possiamo essere tutti d'accordo. Il Governo è consapevole delle sfide che le aziende del comparto stanno affrontando. Il mio Dipartimento, in particolare, ha costituito tavoli di lavoro per intercettare le loro necessità e mantenere un confronto continuo e produttivo. Monitoriamo il corretto uso degli ingenti fondi pubblici che sono stati erogati nel settore di recente, in particolare nel quadro del Piano strategico Bul e del Pnrr. Sappiamo che il settore è in difficoltà, ma lasciatemi precisare: non è un problema di "troppa" concorrenza, bensì di "cattiva" concorrenza. Da anni i nostri operatori sono stati risucchiati in una spirale ribassista dove la competizione, a differenza del resto d'Europa, si gioca unicamente sulle tariffe. Faremo tutto il possibile per sostenere il rilancio del settore italiano tlc, promuovendo le condizioni per una concorrenza basata anche sulla qualità e la differenziazione dei servizi, ad esempio attraverso l'edge cloud. Inoltre, se l'Europa ci darà una mano, lavoreremo per ridurre le barriere intra-europee affinché gli operatori italiani possano beneficiare delle opportunità di un mercato europeo davvero aperto ed integrato».
Per regolamentare l'IA, il Governo ha deciso di mettere in campo un provvedimento ad hoc, il Ddl IA, che rappresenta la prima proposta legislativa in Europa tesa ad adottare le disposizioni del nuovo AI Act. Il provvedimento è attualmente all'esame del Senato, che tempi ci si aspetta per l'approvazione?
«L'Italia è il primo Paese europeo ad aver presentato un disegno di legge nazionale sull'AI. Questo dimostra la volontà del Governo di non subire le regole, ma di contribuire attivamente alla loro definizione. D'altronde, il contributo dell'Italia è stato fondamentale sia per l'adozione dell'AI Act sia che per il lavoro fatto in ambito G7 sulla governance globale dell'AI. Il ddl è attualmente in discussione al Senato e l'iter legislativo sta proseguendo in un clima di confronto costruttivo con le parti interessate. Ci aspettiamo un'approvazione nei prossimi mesi, compatibilmente con i tempi parlamentari».
In diverse occasioni ha evidenziato l'obiettivo del Governo di attrarre in Italia nuovi investimenti nelle tecnologie abilitanti. Sotto questo profilo, un esempio è rappresentato dall'industria del software, che è ormai il pilastro fondamentale per ogni impresa che vuole innovarsi ed è in grado di generare benefici a cascata per tutto il sistema produttivo. Quali sono le misure concrete che metterete in campo per raggiungere questo obiettivo e rendere l'Italia l'hub strategico per l'innovazione digitale?
«L'Italia è tornata attrattiva per gli investitori stranieri grazie al forte impegno del Governo. Gli investimenti annunciati da Microsoft (4 miliardi) e Amazon Web Services (1, 2 miliardi), di cui abbiamo parlato alla fine dello scorso anno, sono una prova concreta. Il Governo sta lavorando per consolidare questo trend con la semplificazione normativa e investimenti mirati, affinché l'Italia diventi un hub strategico per l'innovazione digitale e l'AI, attraendo sempre più aziende e talenti. Ma creare un terreno fertile dal punto di vista degli investimenti e delle norme è fondamentale anche per le imprese italiane. Non è un caso, infatti, che ci siano diversi modelli AI che parlano italiano e sono addestrati in Italia, tra cui Colosseum 355B di iGenius, Velvet di Almawave e Vitruvian-1 di ASC27».
È realistico pensare all'utilizzo di nuove tecnologie, come per esempio quelle satellitari, per completare gli obiettivi del Pnrr relativi alle reti ultraveloci e accelerare la copertura delle aree remote del paese non ancora raggiunte dalla banda ultralarga e dal 5G?
«Abbiamo adottato un approccio tecnologicamente neutrale per garantire a tutti i cittadini l'accesso a una connessione veloce e affidabile. Le tecnologie satellitari rappresentano una soluzione complementare alla fibra, soprattutto nelle aree più difficili da raggiungere con le infrastrutture tradizionali. Il bando della Regione Lombardia, incentrato sul concetto di backhaul satellitare, è un esempio concreto di questa strategia e potrebbe diventare un modello per altre regioni. Vogliamo colmare il digital divide il più rapidamente possibile, senza precluderci nessuna possibilità e nel pieno rispetto dei contratti Pnrr».
L'Italia è all'avanguardia in Europa sul fronte della sanità digitale grazie al Fascicolo Sanitario Elettronico. Vuole spiegarci il FSE 2.0, cos'è e perché è importante per i cittadini? E a che punto siamo in Italia?
«Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 è uno degli strumenti chiave per la digitalizzazione della sanità italiana. Si tratta di una piattaforma nazionale che consente ai cittadini di accedere in modo semplice e sicuro ai propri dati sanitari, dalle prescrizioni mediche ai referti, migliorando la continuità delle cure e riducendo la burocrazia. La conferma dell'avanzamento italiano in ambito e-health è arrivato dall'UE, che nell'ultimo Digital Decade Report ha fatto salire l'Italia dal quintultimo posto al podio dei grandi paesi con Germania e Spagna con un punteggio di 82,7%. Dieci punti in più del 2023. E siamo solo all'inizio».
C'è una riflessione in corso all'interno del Governo su come fare in modo che le Autorità di regolazione (penso ad esempio al Garante privacy) includano nel loro mandato la promozione del diritto all'innovazione e abbiano a disposizione gli strumenti necessari per effettuare un effettivo bilanciamento tra i diversi diritti in gioco?
«Il Garante Privacy e altre autorità indipendenti svolgono un ruolo fondamentale e ci hanno permesso di fare enormi passi in avanti in materie come la protezione dei dati personali e la tutela della concorrenza. In materia di dati, dai quali in larga parte dipenderà la nostra esistenza futura, è opportuno vigilare. Per il resto è noto che a me piacerebbe un'agenzia del dato».