Banda ultralarga, nuova strategia da 4 miliardi in tre anni

Su permessi e fornitori misure per recuperare

Data 24 giugno 2023
Fonte

Il Sole 24 Ore

Tra ritardi degli aggiudicatari, obiettivi da ridefinire, avanzi di gara da riutilizzare il capitolo sulla banda ultralarga rischia di diventare il vero buco nero del Pnrr. Emerge ora una riscrittura generale della strategia di governo, che toccherà il piano europeo ma probabilmente anche altri interventi. È sempre sul tavolo ad esempio il pacchetto di incentivi al settore delle telecomunicazioni, dai costi dell'energia al lavoro, di cui si parla insistentemente per un prossimo decreto legge.

Sottosegretario Butti, i primi dati sul Pnrr mostrano ritardi preoccupanti. Interverrete?

In questi mesi abbiamo lavorato con l'obiettivo di mitigare le criticità ereditate dai precedenti governi, legate soprattutto alla lentezza nel rilascio dei permessi. La progettazione procede nei tempi previsti, anche grazie al protocollo che abbiamo firmato con gli ordini professionali. I target europei ci chiedono di chiudere i lavori a giugno 2026, ma noi abbiamo previsto anche dei target contrattuali per permetterci di indirizzare e monitorare il lavoro degli aggiudicatari. Sui Piani "Italia a i Giga" e 5G abbiamo registrato dei ritardi iniziali che stiamo cercando di recuperare fin da quando ci siamo insediati, anche grazie a un più stretto controllo dei fornitori, alla facilitazione nel reperimento delle risorse professionali necessarie, oltre che nel rilascio dei permessi. Per quanto riguarda il Piano Scuole Connesse, che punta a cablare 3500 istituti in tutto il Paese, contiamo di raggiungere il target previsto per il prossimo dicembre. Su Sanità Connessa: abbiamo completato la progettazione di circa 1300 sedi sanitarie e prevediamo di recuperare i primi ritardi emersi già a dicembre 2022.

Il Comitato interministeriale per il digitale ad aprile ha annunciato la revisione in due mesi della Strategia per la banda ultralarga. A che punto siamo?

La revisione è pronta e verrà presentata nel prossimo Comitato. Complessivamente sui 3 anni la Strategia prevede un impegno di oltre 4 miliardi di euro. Oltre alle misure volte a favorire lo sviluppo di connettività fissa e mobile in tutto il Paese, include anche degli interventi trasversali che da un lato intendono favorire tutto il sistema industriale delle telecomunicazioni e dall'altro stimolare la domanda da parte dell'utenza. Prevediamo misure che vanno dal supporto alla capacità operativa della Pa, al miglioramento delle piattaforme per la pianificazione e la programmazione degli interventi (per esempio per il catasto delle frequenze o la gestione ottimizzata dei permessi), al supporto alla ricerca, allo sviluppo di infrastrutture di backhauling pubbliche, allo sviluppo di reti private mobili di nuova generazione e servizi 5G.

Open Fiber chiuderà i cantieri delle aree bianche nel terzo trimestre 2024. È un rinvio concordato?

Mi risulta che nel 2022 Open Fiber ha presentato un nuovo piano industriale al Comitato interministeriale per la transizione digitale, che ha semplicemente preso atto dell'informativa.

Che iniziative assumerete sul ritardo nelle aree bianche?

Nella nuova Strategia abbiamo inserito tre linee di intervento dedicate alle aree bianche, ad esempio una revisione della componente FWA (fixed wireless access, ndr), sia per renderla compatibile con i nuovi livelli di performance richiesti dall'Europa, sia per renderla effettivamente utile ai territori interessati e accelerare il completamento del Piano. Prevediamo interventi importanti volti a risolvere una criticità strutturale, già in condizione di stallo per le incertezze che pesano sul futuro della rete e dell'assetto complessivo delle telecomunicazioni italiane. Ma dobbiamo crederci con convinzione.