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Lettera del Sottosegretario Butti al Sole 24 Ore

Deregolamentare la fibra anche in Italia

Data 06 ottobre 2023
Tempo di lettura
3 minuti
Argomenti Reti ultravelociBanda Ultra Larga

Ormai in tutta Europa la fibra è ampiamente deregolamentata. L'Italia è l'unico Paese europeo che mantiene ancora per la fibra criteri di intervento che sono stati concepiti per essere applicati sulle reti in rame. Mi riferisco ai criteri di orientamento al costo del prezzo di accesso wholesale alle nuove reti. Questo modello, come è noto, non attrae gli investimenti e riduce la competitività del settore.

La Commissione Europea, nel corso delle iniziative adottate per una "Gigabit connectivity" ha riconosciuto la necessità di orientare il quadro di settore verso una regolamentazione più attenta alla necessità di promuovere investimenti per le reti ad alta velocità come la fibra fino a casa.

L'intero settore si trova, quindi, in un momento di forte discontinuità rispetto al passato. Non a caso, l'invito della Commissione europea a sostenere un approccio deregolatorio sulla fibra è stato accolto dai regolatori nazionali, la cui azione in tal senso è stata rimodulata, per tenere conto del fatto che gli obblighi di accesso sarebbero stati applicati su reti ancora da realizzare.

Quindi un approccio deregolatorio differente e utile in un contesto di incertezza della domanda, con mercati caratterizzati da alta inflazione, rialzi dei tassi di interesse ed una tendenza a modelli di business con ritorni a breve termine rispetto ad investimenti di lungo periodo.

Tale valutazione è stata condivisa da diverse Autorità europee di regolamentazione che hanno progressivamente proceduto a deregolare i prezzi di accesso sulle reti ad alta velocità, in particolare la fibra. Se guardiamo ai singoli Paesi, la Spagna già nel 2015 ha optato per deregolare per buona parte l'accesso alla fibra.

La Francia ha eliminato il controllo del prezzo sulla fibra, cosa che ha fatto anche la Germania. Infine, il Regno Unito ha previsto sì una regolamentazione del rame e del broadband, ma solo fino a 4o Mbit, mentre le velocità superiori sono deregolate in linea con il modello europeo, nonostante l'uscita dall'Unione.

Questi modelli nazionali riconoscono quindi, tutti, una differenziazione degli obblighi tra rame e fibra, perché su settori di mercato che richiedono l'accesso ad ingenti risorse finanziarie è necessario oggi avere un "level playing field" sul mercato europeo e condizioni condivise capaci di attrarre nuove risorse e assicurando loro ritorno sugli investimenti.

Ecco perché ritengo sia arrivato il momento di allineare anche l'Italia al resto d'Europa, cambiando l'approccio regolamentare per dare, finalmente, un chiaro segnale agli operatori del nostro Paese che investono con fondi privati nella fibra.

Maggiori investimenti privati permetteranno, infatti, di contenere l'utilizzo di soldi pubblici, riducendo i tempi di copertura e creando più innovazione in un settore che, come è noto, costituisce il motore dell'intero sistema economico.

L'Italia ha bisogno, più di altri Paesi, di un nuovo approccio, poiché avrà a breve i due maggiori investitori nelle reti di ultima generazione in fibra con la qualifica di operatore wholesale-only e, quindi, privi di funzioni retail. Un requisito, questo, che consente al legislatore europeo di considerare gli operatori di fibra liberi dagli obblighi di orientamento al costo sul prezzo di accesso alle nuove reti.

Un'impresa che può conseguire margini solo in misure e criteri definiti dal regolatore difficilmente potrà dare risposte efficienti ai bisogni del mercato, particolarmente in questa fase di scelte a lungo termine, che richiedono investimenti onerosi da affrontare e che aggravano il rischio sui ritorni.

Le politiche di intervento applicate sulle vecchie reti hanno sì liberalizzato il settore, ma oggi quelle stesse politiche frenano gli investimenti e non rendono gli operatori competitivi, né sul mercato nazionale, né su quello europeo.

Considerando che gli investimenti migliorano la qualità del servizio, anche il consumatore finale - oggi insoddisfatto - trarrebbe giovamento dalla nuova filosofia. Penso sia il momento di cambiare anche in Italia perché il futuro ci sta venendo incontro ad ampie falcate.