Costituito il Fondo per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione
Con l’articolo 239 del decreto “Rilancio” è stato costituito il Fondo per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. La sua prima dotazione è di 50 milioni di euro. Serviranno a digitalizzare servizi della Pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese. Affidate per la sua gestione al ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, che aveva proposto di costituire il Fondo, le risorse finanziarie verranno impiegate innanzitutto per aumentare la tipologia di pratiche che gli italiani possono svolgere per via telematica.
Già adesso, attraverso il Servizio per l’identità digitale (Spid) chi ha scaricato l’app “Io” accede a informazioni che lo riguardano, può conoscere o verificare scadenze di adempimenti da compiere, effettuare pagamenti e ricevere eventuali bonus ai quali ha diritto. Il nuovo Fondo ha lo scopo di accrescere la quantità dei servizi ottenibili attraverso questa applicazione.
Si tratta di un’operazione che interviene su modalità di funzionamento, criteri di organizzazione e distribuzione di energie all’interno di numerosi uffici pubblici. Richiede pertanto interventi complessi, non soltanto tecnologici ma anche formativi, amministrativi, procedurali. Gli stanziamenti potranno essere utilizzati, oltre che per acquisti di software, per sostenere la realizzazione di cambiamenti necessari finalizzati a rendere più agili i rapporti tra cittadini e macchina pubblica.
Il ruolo della digitalizzazione dei servizi è oggi più che mai strategico non solo per semplificare la burocrazia, velocizzare i tempi di erogazione dei servizi e diminuire i costi delle strutture, ma soprattutto per migliorare il rapporto tra Pubblica amministrazione e cittadino. Massima attenzione è rivolta ai tempi di attuazione della trasformazione tecnologica e alle nuove tecnologie che verranno utilizzate per creare servizi semplici e tuttavia avanzati tecnologicamente. Ciò consentirà di aumentare il livello di sicurezza dei servizi e le competenze tecniche della Pubblica amministrazione accompagnando gli enti verso nuove tipologie e modalità di lavoro.
Aumentare la domanda di tecnologie innovative da parte della Pubblica Amministrazione è motore di crescita. Può incentivare aziende, start up e produttori di software (software house) del Paese a creare sistemi sempre più avanzati e progettati per la Pubblica amministrazione riconoscendola come committente del quale vanno soddisfatte le esigenze e non come cliente passivo che assorbe prodotti ritagliati su altre esigenze.